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Integrare la Torah nella propria vita attraverso la riflessione e la conversazione può essere un'esperienza incredibilmente divertente e coinvolgente. È un viaggio di scoperta, dove l'antica saggezza e gli insegnamenti senza tempo prendono vita nelle nostre esperienze quotidiane. Attraverso la riflessione, abbiamo l'opportunità di immergerci in profondità nel ricco arazzo della Torah, estraendo profonde intuizioni e lezioni che risuonano con le nostre vite moderne. La gioia sta nei momenti "aha", quei casi in cui un versetto o una storia della Torah si collegano improvvisamente alle nostre sfide personali, alle nostre aspirazioni e ai nostri valori. E quando ci impegniamo in conversazioni sulla Torah con altri, diventa un'esplorazione interattiva, in cui prospettive e interpretazioni diverse migliorano la nostra comprensione. Questi dialoghi spesso accendono l'entusiasmo e la curiosità intellettuale, rendendo il processo di apprendimento piacevole e appagante. La Torah diventa una parte vibrante e dinamica della nostra vita, offrendo non solo una guida ma anche una fonte di fascino, connessione e crescita infinita.
NOTA: Non sentitevi obbligati a consultare tutte le fonti o a rispondere a tutte le domande, a meno che non vogliate farlo. Anche una sola fonte o una sola domanda vi fornirà molto materiale per la discussione e la meditazione. Buon divertimento!
Alcune riflessioni sulla Parsha
"Ho supplicato il L–RD in quel momento, dicendo: "Ti prego, fammi attraversare e vedere la buona terra"... Ma il L–RD si è adirato con me a causa vostra... e il Signore mi ha detto: "Ti basta; non parlarmi più di questa faccenda"".
(Deuteronomio 3:23-26)
Mosè desiderava entrare nella Terra d'Israele. Gli era stato detto chiaramente da D-o che non lo avrebbe fatto, a causa dell'incidente alla roccia, e che Giosuè avrebbe invece guidato il popolo attraverso il Giordano. Eppure, egli pregò. Non una volta, ma molte volte - la tradizione dice 515 volte, il valore numerico della parola ebraica Vaetchanan ("ho supplicato"). Alla fine D-o gli disse di fermarsi.
Perché Mosè ha insistito quando la risposta sembrava definitiva? E perché D-o disse: "Ti basta", come se le preghiere avessero già ottenuto qualcosa, anche se la richiesta di Mosè era stata negata?
I nostri saggi insegnano che l'atto stesso della preghiera persistente, soprattutto quando la situazione sembra senza speranza, è di per sé una lezione profonda. Il Talmud dice: "Anche se una spada affilata poggia sul collo di una persona, questa non deve smettere di cercare la compassione divina" (Berachot 10a). La misericordia di Dio non si esaurisce mai.
Questo è il "basta" a cui G-D si riferiva: L'esempio di Mosè di non arrendersi aveva già insegnato a Israele come continuare a rivolgersi a D-o, a prescindere dalle probabilità impossibili. Questo è stato un dono alla nazione grande quanto l'ingresso nella Terra.
Questa lezione va oltre la storia di Israele. Ogni essere umano creato a immagine di D-o può avvicinarsi a Lui in preghiera. Per i Noahidi, questo non significa assumere comandamenti o feste ebraiche - il che significherebbe creare "nuove leggi" (mechadesh dat) - ma significa essere creativi nel trovare modi per rivolgersi a D-o con sincerità e coerenza. Proprio come Mosè riversò il suo cuore a D-o, anche voi potete sviluppare i vostri modi di parlare con Lui ogni giorno: ringraziandolo, chiedendo aiuto, confessando gli errori e cercando una guida.
La chiave è non arrendersi. La preghiera non riguarda solo i risultati, ma anche la relazione. A volte la risposta è "sì", a volte "no" e a volte "non ancora". Ma ogni momento trascorso a protendersi verso D-o forma il cuore e rafforza l'anima.
Ora, riflettete sulle seguenti domande:
- Ho mai smesso di pregare perché pensavo che la situazione fosse senza speranza?
- Quale tempo o spazio regolare posso creare per parlare con D-o?
- Considero le preghiere non esaudite come uno spreco o come momenti di crescita?
- Come posso essere creativo nell'adorazione pur rimanendo entro i confini stabiliti da Dio?
Che tutti noi possiamo imparare dall'esempio di Mosè: non disperare mai, non smettere mai di tendere la mano e confidare sempre che la compassione di D-o è infinita.
Shabbat Shalom!
Shabbat Shalom!
Di Rabbi Tani Burton
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